Il seminario ha come obiettivo di dare continuità, e quindi valore, alle prestigiose proposte in ambito storico musicologico e soprattutto di ospitare l’ideatore della “Teoria delle musiche audiotattili”: termine che ufficialmente riconosce e specifica un ambito entro cui fanno parte le musiche che applicano i processi improvvisativi.
Vincenzo Caporaletti, docente ordinario di etnomusicologia dell’Università di Macerata, si impone di diritto come colui che ha rivoluzionato la comprensione dei fenomeni delle musiche improvvisate, contribuendo in modo fondamentale al maggiore riconoscimento di una specificità (e anche di una maggiore dignità scientifica) in ambito accademico.
Le sue teorie sono riconosciute, studiate e applicate in tutto il mondo.
In Italia, come ben sappiamo, sono state recepite in sede istituzionale negli intrinseci dispositivi concettuali e terminologici con la denominazione dell'area disciplinare "Discipline interpretative del jazz, delle musiche improvvisate e audiotattili" o del settore artistico-disciplinare CODM/06, "Storia del jazz, delle musiche improvvisate e audiotattili", e l’istituzione del “Dipartimento di Jazz, Musiche Improvvisate e Audiotattili”.
In Francia, Caporaletti dirige il "Centre de Recherche International sur le Jazz et Musiques Audiotactiles" della Sorbonne Université.
Negli Stati Uniti le sue teorie sono state recepite con entusiamo e i suoi testi sono stati tradotti e adottati in molte Università.
La sua bibliografia è fondamentale oltre che per gli aspetti teorico filosofici (contenuti ad esempio nei libri “I processi improvvisativi nella Musica. Un approccio globale”e“Introduzione alla teoria delle musiche audiotattili. Un paradigma per il mondo contemporaneo) anche per aver trattato in modo scientifico argomenti che riguardano gli aspetti maggiormente tecnico performativi legati alla pratica del jazz come “Esperienze di Analisi del Jazz.Armstrong, Parker, Cesari, Monk, Mingus, Intra, Soft Machine”oppure “Swing e Groove.Sui fondamenti estetici delle Musiche audiotattili” fino al recente lavoro“Blue Etude 2 di Enrico Intra e Enrico Pieranunzi. Una poesia europea musicale colorita”(un paradigma esemplare per la trascrizione notazionale a fini analitici del free jazz).
Una delle caratteristiche che lo distingue in modo determinante in ambito accademico, e che rende la sua figura quasi unica, è la sua competenza acquisita come performer. Caporaletti è stato protagonista come chitarrista sia nell’ambito del progressive rock con iPierrot Lunaire(formazione storica del genere) che del jazz collaborando, tra gli altri, con Tony Scott (leggendario clarinettista trasferitosi in Italia).
Questo permette, soprattutto nei suoi seminari e convegni rivolti ad una utenza di musicisti, un dialogo improntato sulla condivisione di concetti teorici filtrato da un linguaggio più pratico in virtù della sua formazione anche dipeformerche lo avvicina agli aspetti più inerenti del saper fare musica.
Il seminario si rivolge in modo più specifico al dipartimento di Nuove Tecnologie e linguaggi musicali (jazz, pop e musica elettronica) ma, per l’approccio globale delle teorie, è esteso anche alle scuole degli altri dipartimenti (con particolare riferimento al settore di studi musicologico e di composizione).